Un nome nuovo per l’Italia e per il Multiculturita Summer Jazz Festival, ma credo che dopo l’esibizione di ieri sera, presso la Tenuta Virgilio Strada Provinciale Valenzano – Casamassima (Bari), avremo il piacere di rivedere e di riascoltare Mina Agossi Trio.
Un trio minimale composto dalla cantante francese Mina Agossi, originaria del Benin, accompagnata dal francese Eric Jacot al contrabbasso e dal giapponese Ichiro Onoe alla batteria.
Un trio che grazie alla sua bravura non ha fatto per niente sentire la mancanza dei fiati e delle tastiere perché a rifinire il tutto bastava la superba voce di Mina, un suono che emozionava e avvinceva, musica ruvida e diretta, fatta di emozioni senza mediazione .
Quando si dice che la “voce” è uno strumento, così è stato ascoltare Mina Agossi, considerata una eretica del jazz, che ha giocato con la sua voce sostituendola agli stessi strumenti o ai suoni della natura, (dal sibilo del vento, al fruscio delle foglie e al cinguettio degli uccelli) e a volte la tesseva e la ritoccava sulla base del contrabbasso e batteria, fino a sconfinare in una piacevole estasi.
Ad ogni canzone era un riscoprire la potenzialità, la sensualità di quella voce che ha catturato il pubblico incantato e affascinato da tanta bravura.